Istituto degli Studi Giuridici Superiori

Direttore scientifico: Avv.Manlio Merolla

L’ESPERTO RISPONDE: IL GRATUITO PATROCINIO – Chi, Come e Quando Ottenerlo. Breve Guida Pratica

Osservatorio Giuridico

 

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ESPERTO RISPONDE Il GRATUITO PATROCINIO


ATTRIBUZIONE DEL COGNOME NELL’IPOTESI DEL SECONDO RICONOSCIMENTO AD OPERA DEL PADRE

RICONOSCIUTA DAL PAPÀ CORTE CASSAZIONE DEL 18.6.2015

CANCELLATO IL COGNOME DELLA MAMMA A UNA BIMBA PER LA CASSAZIONE OCCORRE CONSIDERARE CHE “LA MINORE, ESSENDO NATA A FINE NOVEMBRE DEL 2010, NON VERSANDO ANCORA NELLA FASE ADOLESCENZIALE O PREADOLESCENZIALE, NON ABBIA ANCORA ACQUISITO CON IL MATRONIMICO, NELLA TRAMA DEI SUOI RAPPORTI PERSONALI E SOCIALI, UNA DEFINITIVA E FORMATA IDENTITÀ, IN IPOTESI SUSCETTIBILE DI SCONSIGLIARE LA SCELTA O L’AGGIUNTA DEL PATRONIMICO”, RITENENDO “TENDENZIALE ABOLIZIONE DEL SOLO PATRONIMICO”, NEL NOSTRO ORDINAMENTO, È ANCORA “DE IURE CONDENDO” E AL COGNOME PATERNO SI FA RIFERIMENTO ANCORA CON FAVORE ANCHE DA PARTE DELLA LEGGE 154 DEL 2013 SULLA FILIAZIONE.

A TAL RIGUARDO LA SUPREMA CORTE RILEVA CHE “LA QUESTIONE DELL’ATTRIBUZIONE DEL COGNOME NELL’IPOTESI DEL SECONDO RICONOSCIMENTO AD OPERA DEL PADRE NON HA SUBITO, NELL’EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO, UNA SOSTANZIALE MODIFICA IN QUANTO CON IL D.LGS. N.54 DEL 2013 È STATO PREVISTO CHE IL FIGLIO PUÒ ASSUMERE IL COGNOME DEL PADRE AGGIUNGENDOLO, ANTEPONENDOLO O SOSTITUENDOLO A QUELLO DELLA MADRE”. QUESTO PUÒ EVIDENTEMENTE ACCADERE, COME DIMOSTRA QUESTO CASO, PER SOLA VOLONTÀ DEI GIUDICI INDIPENDENTEMENTE DALLA PORTATA DELLA RICHIESTA PATERNA.


L’ESPERTO RISPONDE: NELLA CONVIVENZA MORE UXORIO I VERSAMENTI NEL CONTO CORRENTE DEL CONVIVENTE SONO UN PRESTITO?

CORTE CASSAZIONE SENTENZA N. 1277 DEL 22.1.2014

NELLA CONVIVENZA MORE UXORIO I VERSAMENTI NEL CONTO CORRENTE DEL CONVIVENTE NON SONO UN PRESTITO

LA CORTE DI CASSAZIONE HA SANCITO UN NUOVO PRINCIPIO MOLTO SIGNIFICATIVO SULLA CONVIVENZA MORE UXORIO. NEL CASO DI SPECIE IL CONVIVENTE VERSAVA DANARO A PIÙ RIPRESE, MENSILMENTE, NEL CONTO CORRENTE DELLA COMPAGNA FINO A RAGGIUNGERE UN IMPORTO NON ESIGUO. VENUTA MENO L’“AFFECTIO CONIUGALIS” NE SCATURIVA UNA RICHIESTA DI RESTITUZIONE, ACCOLTA IN SEDE DI APPELLO.

LA SUPREMA CORTE HA DETERMINATO I PRINCIPI CHE INCARDINANO NEL NOSTRO ORDINAMENTO L’ISTITUTO DELLA CONVIVENZA MORE UXORIO, AFFERMANDO CHE “NON PUÒ OMETTERSI DI CONSIDERARE COME LE UNIONI DI FATTO, NELLE QUALI ALLA PRESENZA DI SIGNIFICATIVE ANALOGIE CON LA FAMIGLIA FORMATASI NELL’AMBITO DI UN LEGAME MATRIMONIALE SI ASSOCIA L’ASSENZA DI UNA COMPLETA E SPECIFICA REGOLAMENTAZIONE GIURIDICA, CUI SOLO L’ELABORAZIONE GIURISPRUDENZIALE E DOTTRINALE OVVERO UNA LEGISLAZIONE FRAMMENTARIA TALORA SOPPERISCONO, COSTITUISCANO IL TERRENO FECONDO SUL QUALE POSSONO GERMOGLIARE E SVILUPPARSI QUEI DOVERI DETTATI DALLA MORALE SOCIALE, DALLA CUI INOSSERVANZA DISCENDE UN GIUDIZIO DI RIPROVAZIONE ED AL CUI SPONTANEO ADEMPIMENTO CONSEGUE L’EFFETTO DELLA “SOLUTI RETENTIO”, COSÌ COME PREVISTO DALL’ART. 2034 C.C.”

RICHIAMA LA CORTE DI STRASBURGO (CFR., EX MULTIS, SENTENZA 24 GIUGNO 2010, PRIMA SEZIONE, CASO SCHALK E KOPFT CONTRO AUSTRIA) IN MERITO ALL’ART. 8 DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO, IL QUALE TUTELA IL DIRITTO ALLA VITA FAMILIARE, NONCHÉ L’ART. 2 COST., CHE RICONOSCE IL VALORE E LA CONSEGUENTE NECESSITÀ DI TUTELA DELLE FORMAZIONI SOCIALI.

COME È NOTO, NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SI RINVENGONO ORAMAI NUMEROSE E SIGNIFICATIVE PRONUNCE IN CUI LA CONVIVENZA MORE UXORIO ASSUME IL RILIEVO DI FORMAZIONE SOCIALE DALLA QUALE SCATURISCONO DOVERI DI NATURA SOCIALE E MORALE DI CIASCUN CONVIVENTE NEI CONFRONTI DELL’ALTRO.

NE CONSEGUE, SEMPRE SECONDO LA SUPREMA CORTE, CHE I “DOVERI MORALI E SOCIALI CHE TROVANO LA LORO FONTE NELLA FORMAZIONE SOCIALE COSTITUITA DALLA CONVIVENZA MORE UXORIO REFLUISCONO, SECONDO UN ORIENTAMENTO DI QUESTA CORTE ORMAI CONSOLIDATO, SUI RAPPORTI DI NATURA PATRIMONIALE, NEL SENSO DI ESCLUDERE IL DIRITTO DEL CONVIVENTE DI RIPETERE LE EVENTUALI ATTRIBUZIONI PATRIMONIALI EFFETTUATE NEL CORSO O IN RELAZIONE ALLA CONVIVENZA (CASS., 15 GENNAIO 1969, N. 60; CASS., 20 GENNAIO 1989, N. 285; CASS., 13 MARZO 2003, N. 3713; CASS., 15 MAGGIO 2009, N. 11330“.


L’ESPERTO RISPONDE: IL CONIUGE SEPARATO CHE INTENDA TRASFERIRE LA RESIDENZA LONTANO DA QUELLA DELL’ALTRO CONIUGE PERDE L’IDONEITÀ AD AVERE IN AFFIDAMENTO I FIGLI MINORI?

CASSAZIONE CIVILE SEZ. I SENTENZA N. 9633 DEL 12.5.2015

SEPARAZIONE DEI CONIUGI – PROVVEDIMENTI RIGUARDO AI FIGLI

IL CONIUGE SEPARATO CHE INTENDA TRASFERIRE LA RESIDENZA LONTANO DA QUELLA DELL’ALTRO CONIUGE NON PERDE L’IDONEITÀ AD AVERE IN AFFIDAMENTO I FIGLI MINORI, SICCHÉ IL GIUDICE DEVE ESCLUSIVAMENTE VALUTARE SE SIA PIÙ FUNZIONALE ALL’INTERESSE DELLA PROLE IL COLLOCAMENTO PRESSO L’UNO O L’ALTRO DEI GENITORI, PER QUANTO CIÒ INELUTTABILMENTE INCIDA IN NEGATIVO SULLA QUOTIDIANITÀ DEI RAPPORTI CON IL GENITORE NON AFFIDATARIO.

IN RELAZIONE AI PROVVEDIMENTI DE POTESTATE, DEVOLUTI ALLA COMPETENZA DEL TRIBUNALE PER I MINORENNI, CHE LIMITANO O ESCLUDONO LA POTESTÀ (ART. 317 BIS C.C. VECCHIO TESTO) O NE PRONUNCIANO LA DECADENZA (ARTT. 330 E 332 C.C.), NON È AMMISSIBILE IL RICORSO PER CASSAZIONE EX ART. 111 COST. NONOSTANTE IL CARATTERE CONTENZIOSO E LA RICORRIBILITÀ DEI PROVVEDIMENTI ASSUNTI IN MATERIA DI AFFIDAMENTO DEI FIGLI NATURALI, PERMANENDO IN ESSI IL CARATTERE DELLA NON DEFINITIVITÀ, NELLA RICERCA DELLA PIÙ AMPIA GARANZIA PER I MINORI DERIVANTE DALL’ATTUALE AMPIEZZA DELLA REVISIONE DEI PROVVEDIMENTI ADOTTATI. CONSEGUENTEMENTE, NELLA FATTISPECIE, AVENTE AD OGGETTO PROVVEDIMENTI CORRELATI E LEGITTIMATI DALL’ART. 333 C.C. E DUNQUE NON DESTINATI A REGOLARE L’AFFIDAMENTO DEI FIGLI, IL RICORSO PER CASSAZIONE EX ART. 111 COST. VENIVA DICHIARATO INAMMISSIBILE.


L’ESPERTO RISPONDE: SONO RIPETIBILI LE SPESE PER LE MIGLIORIE DELL’ABITAZIONE FAMILIARE EFFETTUATE IN COSTANZA DI MATRIMONIO?

CASSAZIONE CIVILE SEZ. I SENTENZA N. 10942 DEL 27.5.2015 SPESE SU CASA FAMILIARE IN TEMA DI SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE LEGALE TRA DUE CONIUGI NON SONO RIPETIBILI LE SPESE PER LE MIGLIORIE DELL’ABITAZIONE FAMILIARE EFFETTUATE IN COSTANZA DI MATRIMONIO POSTO CHE LE OPERE DI MIGLIORAMENTO APPORTATE PER LE QUALI SI RICHIEDE IL RIMBORSO SONO FINALIZZATE A RENDERE PIÙ CONFACENTE ALLE ESIGENZE DELLA FAMIGLIA L’ABITAZIONE. NEL CASO DI SPECIE

L’ABITAZIONE ERA A DISPOSIZIONE DELLA SOLA MOGLIE TUTTAVIA UTILIZZATA PER OLTRE UN TRENTENNIO COME CASA COMUNE, PERTANTO LE PREDETTE MIGLIORIE ERANO DA RITENERSI ESEGUITE PER IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI FAMILIARI. NE DERIVA CHE, SECONDO LA SUPREMA CORTE, QUALORA L’EFFETTUAZIONE DELLE SPESE DI MIGLIORIA DELLA CASA FAMILIARE SIA AVVENUTA IN COSTANZA DI MATRIMONIO E PERTANTO, IN ADEMPIMENTO DELL’OBBLIGO DI CONTRIBUZIONE DI CUI ALL’ART. 143 C.C., NON SUSSISTE IL DIRITTO AL RIMBORSO. DI CONSEGUENZA, TALI SPESE NON SONO RIPETIBILI NEMMENO AI SENSI DELL’ART. 2041 C.C.


L’ESPERTO RISPONDE: GLI ORDINI AI GENITORI DI SOTTOPORSI AD UN PERCORSO PSICOTERAPEUTICO INDIVIDUALE ED A UN PERCORSO DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ DA SEGUIRE INSIEME, È LESIVA DEL DIRITTO ALLA LIBERTÀ PERSONALE?

CASSAZIONE CIVILE SEZ. I SENTENZA N. 13506 DEL 1.7.2015

AFFIDAMENTO CONDIVISO LA PRESCRIZIONE RESA DAL TRIBUNALE CHE, NEL DISPORRE SULL’AFFIDO DEL MINORE, ORDINI AI GENITORI DI SOTTOPORSI AD UN PERCORSO PSICOTERAPEUTICO INDIVIDUALE E A UN PERCORSO DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ DA SEGUIRE INSIEME, È LESIVA DEL DIRITTO ALLA LIBERTÀ PERSONALE COSTITUZIONALMENTE GARANTITO E ALLA DISPOSIZIONE CHE VIETA LA IMPOSIZIONE DI TRATTAMENTI SANITARI, SE NON NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE.

TALE PRESCRIZIONE, PUR VOLENDOLA RITENERE INIDONEA AD IMPORRE UN VERO E PROPRIO OBBLIGO A CARICO DELLE PARTI, COMUNQUE LE CONDIZIONA AD EFFETTUARE UN PERCORSO PSICOTERAPEUTICO INDIVIDUALE E DI COPPIA, IN TAL MODO CONFLIGGENDO CON L’ART. 32 DELLA COSTITUZIONE; FERMO RESTANDO, IN OGNI CASO, CHE LA STESSA ESULA DAI POTERI DEL GIUDICE INVESTITO DELLA CONTROVERSIA SULL’AFFIDAMENTO DEI MINORI, ANCHE QUALORA DISPOSTA CON LA FINALITÀ DEL SUPERAMENTO DI UNA CONDIZIONE DI IMMATURITÀ DELLA COPPIA GENITORIALE, CHE IMPEDISCE UN RECIPROCO RISPETTO DEI RUOLI (COME NELLA SPECIE RILEVATO DAL CTU, OVE, INVECE, DEVE RITENERSI LEGITTIMA LA PREVISIONE CONCERNENTE IL CONFERIMENTO DEL MANDATO AL SERVIZIO SOCIALE, IN QUANTO COLLEGATA ALLA POSSIBILITÀ DI ADOTTARE E MODIFICARE I PROVVEDIMENTI CHE CONCERNONO IL MINORE).


L’ESPERTO RISPONDE: E’ possibile chiedere il risarcimento del danno da infedeltà coniugale anche senza addebito della separazione?

E’ possibile chiedere il risarcimento del danno da infedeltà coniugale anche senza addebito della separazione?

 

Egregio Avvocato Merolla, durante una trasmissione televisiva un giovane avvocato sosteneva la possibilità di chiedere il risarcimento del danno da infedeltà coniugale, indipendentemente dalla richiesta di addebito. In base a quale orientamento normativo o giurisprudenziale ed in base a quali condizioni?  Grazie!

MONICA- FIRENZE 2014

__________________________       L’ESPERTO RISPONDE:

Con la sentenza n. 18853, depositata il 15 settembre 2011, che la Suprema Corte ha riconosciuto il risarcimento del DANNO BIOLOGICO  ed  ESISTENZIALE in favore del coniuge tradito anche senza addebito, in sede di separazione.

Gentile signora la notizia è fondata.

La fonte primaria è una sentenza dei giudici di legittimità, che hanno accolto il ricorso del partner tradito ( in primo e secondo grado),  nella quale viene disposto infatti che i doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, discendendo dalla natura giuridica degli obblighi su detti che la relativa violazione, ove cagioni la lesione di diritti costituzionalmente protetti, possa integrare gli estremi dell’illecito civile e dare luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ai sensi dell’art.2059 cod. civ. senza che la mancanza di pronuncia di addebito in sede di separazione sia preclusiva dell’azione di risarcimento relativa a detti danni.

Va anche precisato che la domanda di separazione e quella di risarcimento dei danni da infedeltà devono essere proposte autonomamente, in due distinti giudizi, in conformità a quanto emerge da una recente pronuncia della Cassazione, che ha ribaltato una decisione della Corte d’Appello fiorentina, in base ad un ragionamento logico-giuridico.

In alcune mie precedenti pubblicazioni e in un trattato di criminologia Familiare Ed. Lex et Jus 2005 ripreso dalla CEDAM in un volume a più firme sull’addebito della separazione ( cfr. Ed. CEDAM – Diritto di Famiglia ) detto principio era stato già anticipato. Tuttavia le modalità di accertamento probatorio, di istruttoria e del quantum lesivo si prestano a elevate difficoltà che richiedono una rigorosa metodologia nella ricerca e dimostrazione probatoria.

Su un campione di circa 20 casi abbiamo registrato orientamenti diversi in alcuni Tribunali. Ma la tendenza prioritaria induce a ritenere elevata la possibilità di accoglimento solo nei casi dove la prova è risultata da un attento lavoro preventivo e documentato con attenzione e logica giuridica.

PER CONSULTAZIONI DIRETTE CON L’AUTORE:

Avv. Manlio Merolla – Presidente Nazionale Camere Minorili Multiprofessionali  

E-MAIL lexmerolla@libero.it –


L’ESPERTO RISPONDE: IL MARITO DESPOTA NELLA GESTIONE DELL’AZIENDA COMUNE PUÒ INCORRERE NELLA PRONUNCIA DI ADDEBITO.

CASSAZIONE CIVILE SEZ. VI-1 SENTENZA N. 8094 DEL 21.4.2015 SEPARAZIONE DEI CONIUGI
IL MARITO DESPOTA NELLA GESTIONE DELL’AZIENDA COMUNE PUÒ INCORRERE NELLA PRONUNCIA DI ADDEBITO.

IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA MORALE E GIURIDICA TRA I CONIUGI – ART. 3 COST. – NONCHÉ L’AFFIDAMENTO DELLA COSTITUZIONE E CONSERVAZIONE DEL RAPPORTO MATRIMONIALE – ART. 29 COST. – AD UN CRITERIO DI REGOLAZIONE DEI RAPPORTI CONIUGALI BASATO SULLA RICERCA DELL’ACCORDO DEI CONIUGI E SUL RISPETTO DELLA PARI DIGNITÀ DEGLI STESSI NELLA CONDUZIONE DELLA VITA FAMILIARE, COSTITUISCONO VALORI COSTITUZIONALI FONDAMENTALI IN MATERIA FAMILIARE.

IN TALE QUADRO, NON È POSSIBILE GIUSTIFICARE UNO SCOSTAMENTO DA TALI PRINCIPI FONDATO SUL PERMANERE DELLA RILEVANZA, IN ALCUNE AREE SOCIALI, DI QUEL RUOLO GERARCHICO CHE LEGITTIMAVA L’AUTORITÀ DEL MARITO NELLE SOCIETÀ PATRIARCALI.