Istituto degli Studi Giuridici Superiori

Direttore scientifico: Avv.Manlio Merolla

LINEE GUIDA SULL’AUDIZIONE DEI MINORI IN AMBITO GIUDIZIARIO CIVILE: supporto alla Proposta Normativa sulla Separazione Mite dell’UNIONE NAZIONALE CAMERE MINORILI MULTIPROFESSIONALI

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LINEE GUIDA AUDIZIONE MINORE IN AMBITO GIUDIZIARIO CIVILE DELL'UNIONE NAZIONALE CAMERE MINORILI MULTIPROFESSIONALI


Sentenza 6 dicembre 2013 – 8 aprile 2014, n. 15696: E’ REATO PER L’EX CONIUGE ENTRARE NELLA CASA ASSEGNATA ALL’ALTRO CONIUGE

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DIRITTO DI FAMIGLIA – PENALE :

Sentenza 6 dicembre 2013 – 8 aprile 2014, n. 15696

Una ex moglie è stata sottoposta a processo penale per essersi introdotta all’interno dell’appartamento assegnato all’ex marito, previa forzatura della porta d’ingresso, con conseguente aggressione nei confronti dell’ex-marito ed aver danneggiato le suppellettili della casa in cui quest’ultimo viveva.

In relazione alla violazione di domicilio l’imputata a sua discolpa ha sostenuto le seguenti tesi difensive: 1. che i giudici  avevano ritenuto ed affermato la sua responsabilità (insieme ad altri imputati che avevano concorso nel reato) “nonostante l’insufficienza della prova dell’esistenza, sul piano materiale, del rapporto tra l’attività degli odierni ricorrenti e l’evento dannoso“; 2.  che anche lei era proprietaria dell’appartamento pertanto avente diritto al pari dell’ex-marito, di entrare in casa; 3. che “il giudice aveva ricostruito i fatti alla luce delle dichiarazioni della sola persona offesa, portatore di un interesse idoneo a comprometterne la credibilità“.

Tuttavia tutte le suddette eccezioni difensive della signora si sono mostrate infondate per la Corte che ha argomentato in merito, che le: “circostanze in fatto, diversamente accertate dai giudici del merito, ovvero inconferenti, e propongono una personale interpretazione della prova, attuata con l’accantonamento dei dati sfavorevoli“. Infatti accertato che l’ex marito era stato assegnatario in sede di separazione legale dalla moglie dell’appartamento, sul punto nulla quaestio. Inoltre, la corte ha rilevato l’irrilevanza ai fini della responsabilità dell’affermazione dell’ex moglie che sosteneva di aver “ricevuto le chiavi dal marito, in quanto il possesso delle chiavi dell’appartamento, non autorizza ad entrare con la forza nell’appartamento dell’ex marito assegnatario.

 


Corte di Cassazione, 20 gennaio 2014 n. 2326:Reato di maltrattamenti in famiglia – condizioni.

Corte di Cassazione, 20 gennaio 2014 n. 2326

Non bastano tre episodi di violenza, due sul figlio e uno sulla moglie, in un periodo di tre anni per configurare il reato di maltrattamenti in famiglia: il reato de quo richiede per la sua configurazione, una serie abituale di condotte che possono estrinsecarsi in atti lesivi dell’integrità psicofisica, dell’onore, del decoro o di mero disprezzo e prevaricazione del soggetto passivo, attuati anche in un arco temporale ampio, ma entro il quale possono agevolmente essere individuati come espressione di un costante atteggiamento dell’agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo.


Corte di Cassazione, 11 febbraio 2014 n. 6384: SMS E TELEFONATE integrano reato di Stalking

Corte di Cassazione, 11 febbraio 2014 n. 6384

Le telefonate e gli sms possono integrare il reato di stalking se pongono il destinatario in un perdurante stato di ansia e di paura.


Corte di Cassazione, 17 gennaio 2014 n. 898: MOBBING

Corte di Cassazione, 17 gennaio 2014 n. 898

Il mobbing è integrato dalla condotta del datore di lavoro consistente, in violazione degli obblighi di protezione di cui all’art. 2087 c.c., in reiterati e prolungati comportamenti ostili, di intenzionale discriminazione e persecuzione psicologica, con mortificazione ed emarginazione del lavoratore, con effetto lesivo del suo equilibrio fisiopsichico e del complesso della sua personalità. Ai fini della configurabilità di una siffatta condotta assumono, pertanto, rilievo elementi quali la molteplicità dei comportamenti a carattere persecutorio illeciti, o anche leciti se singolarmente considerati, posti in essere in modo miratamente sistematico e prolungato contro il dipendente con intento vessatorio; l’evento lesivo della salute o della personalità del dipendente; il nesso eziologico tra la condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico e il pregiudizio all’integrità psico-fisica del lavoratore; la prova dell’elemento soggettivo, cioè dell’intento persecutorio.


Corte di Cassazione, 4 febbraio 2014 n. 2413: Risarcimento all’alunno in gita scolastica

Corte di Cassazione, 4 febbraio 2014 n. 2413

L’alunno che si infortuna in gita scolastica ha diritto al risarcimento del danno biologico e morale perchè vengono in rilievo pregiudizi diversi.


Corte di Cassazione, 19 febbraio 2014 n. 3964:I genitori possono essere chiamati a pagare i danni causati dai figli anche se i ragazzi sono prossimi alla maggiore età

Corte di Cassazione, 19 febbraio 2014 n. 3964

I genitori possono essere chiamati a pagare i danni causati dai figli anche se i ragazzi sono prossimi alla maggiore età: impartire insegnamenti adeguati e sufficienti ad affrontare correttamente la vita di relazione deve essere assolto con maggiore rigore proprio in ragione dei tempi in cui avviene l’emancipazione dal controllo diretto dei genitori.

 


Corte di Cassazione, 17 gennaio 2014 n. 927: Riduzione Assegno mantenimento se l’obbligato è anziano ed in precarie condizioni fisiche

Corte di Cassazione, 17 gennaio 2014 n. 927

Il giudice può ridurre l’importo dell’assegno di mantenimento a carico dell’ex coniuge se l’obbligato è anziano e in precarie condizioni di salute. In questo caso, infatti, è prevedibile che l’onerato debba andare incontro a crescenti spese di carattere medico e assistenziale.